Immersioni in natura

Secondo James Hillman, prendersi cura dell’ambiente e del mondo è il modo in cui si cura l’anima, collettiva e allo stesso tempo individuale (giacché gli antichi non facevano una netta distinzione fra anima individuale e anima collettiva, che chiamavano Anima Mundi, o Anima del Mondo). La cura (terapia) dell’anima (psiché) è un’attività che l’uomo pratica fin dall’origine dei tempi, e ha sempre meno a che fare con i manuali diagnostici e i protocolli della psicoterapia moderna. La cura dell’anima originaria è semmai più vicina al senso di cura racchiuso nel termine odierno di “ecologia”.

La crisi ecologica a cui oggi molti individui e organizzazioni si sentono sempre più sensibili, non è risolvibile se non cambia il metodo di pensiero che l’ha generata e non si inizia a vedere la natura con gli occhi dell’Anima. Per farlo, non servono altre teorie ma esperienze pratiche ed estetiche a contatto con la natura e con l’arte, che alcune “culture animiste” sperimentate personalmente rendono possibili.

Proprio come la terapia dell’anima (psicoterapia), anche l’ecologia risente oggi dello stesso paradigma antropocentrico secondo cui spetti esclusivamente all’uomo salvare la natura che lui stesso, come specie, ha messo in serio pericolo di sopravvivenza. Alla natura non importa davvero che l’uomo la salvi, perché l’uomo non può salvare proprio niente. Non c’è nulla da salvare, come non c’è nulla da guarire. C’è semmai da curare, nel senso di prendersi cura, con un atteggiamento che si può ricondurre al significato antico del termine “cosmesi” (cura del cosmo”, vedi James Hillman, Politica della bellezza). Questo tipo di cura – che in un altro saggio James Hillman chiama “manutenzione” – è l’unica forma di controllo e di potere che oggi possiamo esercitare sul mondo e sulla natura.

La natura è maestra e ci può insegnare a guardare con gli occhi dell’Anima e fare in questo modo una vera ecologia profonda. Tutte le culture animiste aiutano a vivere la natura nei suoi aspetti visibile e invisibile, risvegliando tali aspetti dentro di noi.

La tradizione estetica giapponese consente un contatto privilegiato con la natura e i suoi elementi. Grazie allo Shinrin Yoku (letteralmente “bagni di foresta” o “bagni di natura”) è possibile risvegliare la propria natura profonda e ricevere l’ispirazione e l’energia con cui realizzarla in armonia con le forze naturali e in completa assenza di sforzo, liberi dai condizionamenti sociali, culturali e famigliari che ci fanno credere che ciò che la nostra Anima è venuta a realizzare non sia alla nostra portata. I bagni di natura sono un’esperienza sempre più diffusa anche per ridurre lo stress causato dalla frenesia della vita urbana e professionale. Vengono svolti perlopiù in boschi e foreste, ma possono bastare una pianta o un fiore in appartamento, o un parco cittadino, o in assenza di tutto ciò anche il proprio corpo.

Immersioni nella spiritualità animista africana

La spiritualità africana è un’altra cultura animista sperimentata personalmente durante diversi viaggi, pratiche e iniziazioni sul posto e proseguite in Italia.

Nel 2014, attraverso un corso di danze e percussioni africane organizzato nella mia città, ho avuto l’inaspettato privilegio di conoscere Calixte Hountondji, che era venuto in Italia molti anni prima con il folle intento di trasmettere la cultura animista africana in Europa. Da allora proseguo con Calixte, che poi ho scoperto essere, oltre che istruttore di danze e percussioni, “anche” uno sciamano, un percorso di consapevolezza e crescita interiore, che mi ha portato a fare esperienza diretta della cultura animista attraverso diversi viaggi in Togo. Dopo vent’anni trascorsi in Italia, infatti, nel 2018 Calixte si è trasferito definitivamente in Togo per fondare un centro nel quale conservare e diffondere la cultura animista. Grazie al progetto “Agbemò, la via della vita”, ospita persone di tutto il mondo che desiderano immergersi nella cultura animista africana ed evolvere spiritualmente.

Da allora ho coltivato un interesse sempre maggiore per la cultura animista africana, che ho approfondito attraverso numerosi viaggi in Togo e soprattutto la pratica rituale e meditativa giornaliera svolta in Italia. Questa esperienza quasi decennale mi permette di diffondere  e facilitare gli scambi con questa cultura a diversi livelli:

Immersioni nelle opere d’arte simboliche

Al pari della natura, anche l’arte, nelle sue varie manifestazioni e generi, può aiutare ad accorgerci che “le cose esistono” e a coglierne l’unicità e la vocazione.

Quando un’opera è davvero simbolica le cose, da materiale di consumo, diventano materiale per l’immaginazione e permettono di vivere anche in chi le contempla – con uno sguardo altrettanto diffuso e percettivo – l’esperienza intima vissuta dall’artista. Guardare con gli occhi dell’anima significa acquisire lo sguardo intimo, diffuso e paziente con il quale artisti e poeti guardano all’esistenza, ovvero fare quell’esperienza estetica del mondo che genera la loro opera.

Il lavoro proposto nelle esperienze di pedagogia immaginale consiste nel sostare su alcune opere d’arte simboliche (di qualunque genere), scelte per affinità a un tema di particolare interesse (ad esempio, nell’ambito di questo sito: l’orientamento, la leadership, il lavoro di gruppo e il rapporto tra uomo e natura).

La consegna è quella di rispettare tre semplici indicazioni: fedeltà all’opera, estroflessione e assenza di giudizio. Le tre indicazioni, messe a punto dall’Istituto di Ricerche Immaginali e Simboliche (IRIS) di Milano sotto il nome di Pedagogia immaginale, aiutano a restare sulle immagini nella loro complessità, anziché depredare l’opera di facili risposte e giudizi affrettati nell’ordine del giusto e dello sbagliato, del bene e del male.

Al pari della pedagogia immaginale, anche la fenomenologia della musica può aiutarci a rintracciare quel reticolo di corrispondenze che segretamente lega le cose fra loro. In questo caso specifico i suoni che, in determinate circostanze, “possono divenire musica”. L’immersione in questa disciplina, messa a punto dal direttore d’orchestra Sergiu Celibidache attraverso  le sue conferenze e i suoi concerti, consente di scendere alle radici profonde e spirituali della musica attraverso un approccio mediato dalla tradizione buddista zen giapponese.

Tutte le esperienze proposte sono volte allo scopo della ricerca interiore, del problem solving e della crescita personale, e non si sostituiscono al lavoro di medici e psicoterapeuti poiché non considerano, non trattano e non si pongono come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico/sanitaria.

Sono esperienze di crescita ed evoluzione profonda, che ti permettono di fare della tua vita e del tuo lavoro un’esperienza creativa ispirata dalla passione e dal piacere, superando i condizionamenti e le limitazioni di cui la mente è portatrice per arrivare alla volontà del cuore e dell’Anima.

Sulla base dei contenuti proposti, è possibile costruire un percorso di crescita personalizzato, erogabile in sessioni individuali e di gruppo.

modalità di erogazione delle esperienze