Il life coaching immaginale unisce la psicologia archetipica, la visione immaginale e le tradizioni spirituali dei popoli animisti, lo sciamanismo siberiano-mongolo, quello birmano e quello giapponese, infusi di buddismo Theravada e zen, in quello che può essere definita una non terapia.
Prendendo le distanze dalle categorie diagnostiche della terapia desacralizzata, il Life coaching immaginale non punta a rafforzare le categorie dell’io, che di fronte all’evento – qualsiasi evento della vita – cerca il controllo e finisce per sentirsene vittima. La visione immaginale, al contrario, sta dalla parte dell’evento, che è un eidolon, un aspetto del sacro, un’immagine dell’Anima, con la quale Essa chiama al dialogo con l’invisibile – l’inconscio degli psicologi, l’Anima degli esoteristi e degli animisti, indissolubile dall’Anima del Mondo (Anima Mundi).