NB: Tutti i contenuti di questo articolo sono tratti da: Thomas Moore, Pianeti interiori, L’astrologia psicologica di Marsilio Ficino, Moretti e Vitali, Bergamo, 2008; Capitolo 14. La vita ben temperata)

ARMONIA PITAGORICA

Ficino [..] concepisce la musica umana come l’appropriata organizzazione della propria vita, in modo che tutte le esperienze concrete facciano risuonare, come suoni armonici, l’ottava fondamentale delle possibilità rappresentate dai toni dei pianeti.

La psicoterapia (letteralmente terapia dell’anima, ndr), allora, sarebbe musicale quando si temperano e si sintonizzano i centri tonali planetari, in modo che ciascuno emetta il proprio suono dentro la superficie degli eventi della vita.

Questo concetto chiave del “temperare” richiede un’ulteriore analisi, ma prima sarà necessario prendere in esame un altro difficile termine musicale, l’armonia.

Lo scopo della teoria e della pratica ficiniane è una sorta di armonia spirituale e psicologica; le qualità dell’anima, così come per il corpo, devono essere

in accordo (temperatus) con l’armonia dei corpi celesti.

Ma il concetto di armonia implicato nella visione di Ficino differisce da quello che in generale si intende.

Comunemente, nella teoria della musica, l’armonia è una mescolanza di diversi toni che suonano simultaneamente a formare un accordo. In quella mescolanza, per la maggior parte degli orecchi, i singoli toni perdono la loro identità mentre contribuiscono al suono complessivo. L’aspetto armonico dell’accordo riguarda questa unità miscelata e non il suono o il movimento dei singoli toni. L’idea si allarga metaforicamente quando parliamo degli ideali di “armonia del mondo”, del “vivere in armonia con la natura” e dell’”essere in armonia con se stessi”.

Generalmente intendiamo un’assenza di conflitto e di dissonanza.

L’armonia ficiniana deriva da una concezione differente, e in particolare dalla teoria musicale tradizionalmente attribuita a Pitagora. Possiamo trovare l’essenza del significato pitagorico di armonia […] in un passo dell’Odissea (5, 248). Omero descrive le assi che Odisseo “unisce l’una all’altra” (harmonia) per costruire la piattaforma della sua zattera. Questa immagine del legare insieme diversi tronchi è più vicina all’armonia pitagorica di quei cori a cinquanta voci che cantano ricche, piacevoli progressioni di accordi.

L’armonia in senso pitagorico consiste in una disposizione laterale od orizzontale dei toni, mentre l’armonia più tarda è un fenomeno verticale.

SCALA PITAGORICA

La leggenda attribuisce a Pitagora la scoperta della relazione fra gli intervalli musicali – la “distanza” fra i toni – e certi rapporti numerici. Si racconta che stesse passando davanti a un fabbro che batteva con il martello sull’incudine, quando improvvisamente gli venne l’intuizione. […] Fondamentalmente scoprì che in musica i rapporti di numeri piccoli corrispondono agli intervalli consonanti […].

A partire dai rapporti (ratio) semplici e dai loro corrispondenti, si formò la scala pitagorica; ed è questa scala, un’accurata disposizione dei toni in cui ciascuno è accordato in modo da essere distinto da quello vicino, che io sto identificando come “armonia” pitagorica.

Alcune specifiche caratteristiche di questa scala spiegano la sua importanza metaforica come immagine di una psiche ben temperata:

  1. ciascun tono è distinto, non perduto nella mescolanza di un accordo;
  2. La scala è teoretica, non un brano di musica in sé;
  3. i rapporti hanno una certa loro purezza;
  4. il piacevole effetto finale è ottenuto mantenendo i toni distinti e multipli.

Se immaginiamo che i processi psicologici planetari che abbiamo esaminato siano toni su una scala, allora questi quattro punti si applicano anche alla psiche:

  1. ciascuno dei pianeti deve ricevere il dovuto riguardo, non possono essere mescolati secondo qualche più importante progetto dell’Io;
  2. come sosteneva Jung, gli archetipi della vita umana non esistono in sé, noi ipotizziamo soltanto la loro natura da situazioni concrete;
  3. i pianeti sono immagini poetiche per i processi che troviamo alla base della nostra vita, non sono prodotti dell’Io; e infine
  4. perché la musica continui, dobbiamo mantenere questi processi in sintonia, accessibili e attivi.

La musica della psiche, almeno nel suo aspetto pitagorico, si fa dando a ciascun processo dell’anima il proprio posto sulla scala. Nell’accordare uno strumento musicale, ciascun tono deve ricevere una proporzione esatta di vibrazioni perché il suono sia preciso e chiaro.

Lo stesso avviene per la psiche che risuona della musica cosmica quando ogni pianeta suona la sua precisa intonazione durante le esperienze della vita.

Se uno è in Saturno, la sua pesantezza è riconosciuta chiaramente e riceve spazio e tempo per risuonare; se è Venere a esercitare la sua pressione, si consente alla sua voce di cantare con il proprio timbro, non addomesticandolo con la pretesa che Venere sia diversa da quella che è.

Un’anima musicale deve essere temperata, non alterata.