NB: Tutti i contenuti di questo articolo sono tratti da: Thomas Moore, Pianeti interiori, L’astrologia psicologica di Marsilio Ficino, Moretti e Vitali, Bergamo, 2008; Capitolo 14. La vita ben temperata)

GIOVE E IL TEMPERAMENTO PSICOLOGICO

Il dio del temperare, Giove, con la sua profonda tolleranza interiore e l’apprezzamento della molteplicità, potrebbe dare un ordine immaginale alle fantasie e ai sentimenti, meglio del paziente, del terapeuta o della società.

(DA: POLITONALITÀ: LA MUSICA DEGLI DEI)

Ficino osservava che il temperare non solo mette in luce la varietà del mondo e le sue profondità immaginative, ma agisce anche sulla persona.

“Dunque, quando avrai capito che nulla è più ordinato del cielo, né alcuna cosa può essere pensata di più equilibrata (temperatius) di Giove, spererai di ottenere i benefici del cielo o di Giove, se renderai te stesso ordinatissimo e equilibratissimo (temperatissimus) nei pensieri, negli affetti, nelle azioni, nel modo di vivere”.

[…] Nel linguaggio di Ficino probabilmente non si percepisce tutto l’impatto di ciò che sta proponendo: perché quando cominciamo a renderci conto del potere delle immagini, scopriamo che non solo il mondo in generale, ma la nostra stessa identità è determinata dall’immaginazione. La mia prospettiva sul mondo e su me stesso determina chi sono, il mio modo di agire e il significato degli eventi che succedono nella mia vita.

Non esiste niente che non risenta della mia immaginazione, compreso io stesso. Quindi, un’attenta sintonizzazione delle immagini e dei processi che concorrono a fare la mia attività psichica tempera la mia stessa anima.

[…] L’esempio di Ficino è complicato dal fatto che Giove è il dio del temperamento. Con l’immagine di Giove costellata nella psiche, l’Io perde il suo desiderio da Senex di controllo e di difesa, e diventa più immaginale e flessibile.

Tollera l’ambiguità, la contraddizione e il movimento, proprio perché questi sono i processi del temperamento. Giove è quella dimensione della coscienza attraverso la quale troviamo immagini concrete per la nostra esperienza senza puntare a un’unica immagine dominante.

Giove arriva a temperare costellando tutti i principali processi della psiche, sintonizzandoli a essere distinti ed efficaci. Una coscienza che tempera non preclude la dissonante frizione del paradosso e della contraddizione, che non può non nascere dalla molteplicità delle prospettive. In musica il mordente di una buona dissonanza è sempre nettissimo su uno strumento ben accordato, e note dissonanti ben piazzate abbelliscono, e non sminuiscono, una musica.

IL PAVONE E LA VITA LIBERATA

(da: Suoni armonici e simpatetici)

La varietà può essere un fine in sé, come nel caso di uno degli animali di Giove, il pavone. Il dio del temperare è conosciuto nell’immagine della multicolore coda di pavone, che, come c’informa Jung, è un’immagine alchemica della primavera, l’arrivo di nuova vita. Questa cauda pavonis compare dopo il lavoro della notte oscura della nigredo e insieme all’arcobaleno, segni della fecondità della terra. Jung accenna anche al classico lavoro sulla mitologia zoologica di Angelo de Gubernatis, dove il pavone è legato, nell’immaginazione, allo splendore del cielo:

Il cielo sereno e stellato e il sole splendente sono dei pavoni. Il firmamento di un blu intenso che risplende di mille occhi luminosi, e il sole pieno dei colori dell’arcobaleno, mostrano le sembianze di un pavone in tutto lo splendore delle sue piume cosparse di occhi.

Gli occhi del cielo, così importanti nella magia naturale di Ficino, compaiono qui nella coda dell’uccello di Giove. Jung mette insieme tutto questo ricordandoci che nell’alchimia i colori della coda del pavone corrispondono alle sette sfere planetarie. Una volta che un individuo comincia a pensare in modo politeistico, parole un tempo usate nel contesto dell’integrazione e dell’interezza assumono una nuova trasparente vitalità.

Così è per la parola “temperare”. Anziché un termine per un processo di restringimento e di un rigido ordinare, il temperare diventa il dispiegarsi della coda di pavone, una rivelazione di bellezza e molteplicità. La vita, altrimenti grigia, opaca e non immaginata, prende colore e tono. Se la psicologia come disciplina desse finalmente valore alla varietà nella vita psichica che il pavone rappresenta, allora forse si potrebbe trovare quell’elisir di “vita liberata” così a lungo cercato.