NB: Tutti i contenuti di questo articolo sono tratti da: Thomas Moore, Pianeti interiori, L’astrologia psicologica di Marsilio Ficino, Moretti e Vitali, Bergamo, 2008; Capitolo 14. La vita ben temperata)

UNA VARIAZIONE INFINITA

(da: Suoni armonici e simpatetici)

In musica i toni della scala perdono la loro rigida disposizione e si piegano e si distorcono in tutte le direzioni quando si combinano per fare melodie, armonie e contrappunti. Nella musica seriale è ancora più chiaro che le scale fondamentali si ripetono in una variazione infinita, creando quella qualità espressiva unica che è la musica con la sua propria logica interna.

Anche nella musica della psiche la variazione continua senza fine. I molti pianeti e le loro combinazioni offrono innumerevoli prospettive, cosicché nella psicologia politeistica non può esserci un punto di vista definitivo, una ragione per ogni cosa, una fine della terapia, una meta raggiunta.

Mentre è molto difficile per un Io senex accettare una simile continua variazione, un Io immaginale trova nella varietà, logica e bellezza al tempo stesso.

L’Io immaginale

(da: Politonalità: la musica degli dei)

La maggior parte degli psicologi preferisce, naturalmente, un Io ben integrato e una vita senza finali aperti; alcuni criticano la psicologia politeistica come un irresponsabile approccio di tipo laissez-fairealla sofferenza psichica. La interpretano come un sostenere la personalità dissociata, la schizofrenia, e tutte le forme dell’”andar fuori di testa”.

Ma l’Io immaginale, o estetico, abita un terreno intermedio, generalmente non percepito, fra l’Io con una forte volontà e un Io sopraffatto dalle sue fantasie alienate.

Molti dei problemi che le persone portano in terapia sono proprio i sintomi di un Io rigido, tipici e prevedibili in una cultura senex come la nostra. I valori di superficie della società richiedono ordine e conformità, e i custodi della sanità mentale possono anche ricoverare coloro che non sono all’altezza. Le terapie basate sulla forza di volontà, sulla forza dell’Io e sull’adattamento sociale non fanno che aggravare il problema, aggiungendo un altro strato di negazione sulla spinta verso l’espressione poli-modale della psiche.

Il terapeuta interessato più all’immaginazione, all’andare in profondità, a guardare davvero dentro il comportamento e la fantasia, può incoraggiare la flessibilità e ammorbidire il giudizio su di sé, favorendo così sia la crescita della coscienza, sia il riconoscimento delle fantasie che pressano.

Il semplice processo di acquistare familiarità con le forze che ci muovono e che ci spingono ad azioni compulsive e che gravano sulle nostre anime, attenua il loro potere distruttivo.

Conoscendo gli incubi che abitano le cavità del nostro cuore, possiamo muoverci insieme ad essi invece di ingaggiare con essi inutili lotte. A meno che non entriamo in una sorta di dialogo con questi demoni interiori, non abbiamo alcun modo per discernerli e occuparcene.

LA VITA MAL TEMPERATA

(da: Temperare lo strumento dell’anima)

Anche se nella composizione della psiche la dissonanza è auspicabile, l’anima può essere però mal temperata, e questa è una vera e propria malattia dell’anima.

Il “mal temperamento” può essere semplicemente una mancanza di sintonia dovuta a un’immaginazione difettosa: la vita non ha senso, c’è scarso senso dei valori, i valori sociali interiorizzati sostituiscono l’individualità, e così via. Oppure, cosa probabilmente più comune, una prospettiva è a tal punto dominante che la coscienza può essere considerata monoteistica. Alcmeone di Crotone, un medico pitagorico del 500 A.C., sosteneva che

uguaglianza di diritti fra le qualità di umido, secco, freddo, caldo, amaro, dolce, e così via, conservavano la salute, mentre il comando di una sulle altre [monarchia] produceva la malattia.

Abbiamo visto che queste sono qualità associate in vario grado a specifici pianeti, e dunque possiamo applicare l’osservazione di Alcmeone anche ai pianeti. Il prevalere di uno segnala la malattia dell’anima conosciuta come monarchia, una tirannia che serve a escludere prospettive multiple. In modo analogo, Ficino dichiarava apertamente che

nel cielo non c’è alcun eccesso di qualche singola qualità degli elementi.

Nè c’è alcun eccesso dello spirito proveniente da un singolo pianeta, perché in quel caso la vita psichica non avrebbe musica, sarebbe l’incessante ronzio di un unico tono – la monotonia.